Le fasi Lean Startup

Le fasi Lean Startup

Chi conosce il mondo delle startup, saprà benissimo che il tasso di fallimento è elevatissimo e si aggira intorno al 90%. Il motivo di un tasso d'insuccesso così alto, nella stragrande maggioranza dei casi, è dovuto a una metodologia di lavoro errata, che contempla la vecchia idea di dover posizionare sul mercato solo prodotti o servizi finiti.


È all’interno di questa dinamica fallimentare che si inserisce il nome di Eric Ries. Per molti non sarà granché noto ma in realtà il suo nome si lega ad uno degli approcci più innovativi degli ultimi anni, che ha trovato molteplici campi di applicazione in virtù della capacità di mitigare i tradizionali effetti negativi che gravano sulle startup.


Eric Ries, oltre ad avere una storia come giovane imprenditore, è autore di un libro fondamentale quale Partire leggeri: il metodo Lean Startup, dove illustra la propria intuizione di un approccio innovativo allo sviluppo di una nuova idea, da trasformare in un prodotto o un servizio, appetibile per il mercato.


Uno dei concetti più interessanti introdotti nel libro da Eric Ries è la guerra agli sprechi del web, su cui si fonda l’intera metodologia Lean Startup e che rappresenta anche la base su cui si sviluppano le diverse fasi del metodo.

Che cos'è il metodo Lean Startup

Ma che cos’è il Lean Startup e come funziona? Sono tanti gli esempi che oggi potremmo fare, vista la notevole diffusione di questo nuovo approccio, tuttavia l’efficacia del metodo sviluppato da Eric Ries la si può comprendere appieno soltanto conoscendo qual è (o quale è stato) l’approccio classico di una startup che prova a posizionare il proprio prodotto o servizio sul mercato.


Tradizionalmente, infatti, le startup tendono a lavorare sull’idea iniziale scendendo a grande profondità, facendo leva sulla propria convinzione che l’idea è corretta e che avrà sicuro successo. Tranne poi confrontarsi con il mercato reale e rendersi conto di aver lavorato mesi su qualcosa di cui nessuno avvertiva la necessità. Ecco allora che il tutto si tramuta in un’inutile perdita di tempo, denaro e risorse. Ecco perché Eric Ries parla di "guerra agli sprechi".

Come si sviluppa il metodo Lean Startup

Come si sviluppa il modello proposto dall’imprenditore americano che ne ha coniato il termine? Da un punto di vista strutturale si possono individuare 3 fasi di sviluppo ma l’intero processo lo si può comprende solo alla luce del concetto di Minimum Viable Product (MVP).


Tradotto letteralmente, il concetto è quello di prodotto minimo utilizzabile. Cioè Eric Ries sostiene che per superare i limiti della startup ed evitare lo spreco di risorse cui abbiamo accennato sopra, la strada migliore è quella di uno sviluppo graduale, basato sul binomio sviluppo/apprendimento. Sostanzialmente, l’intero progetto viene frazionato in molteplici piccole parti da sviluppare gradualmente e solo alla luce della reale risposta del pubblico.


Quando si pensa a sviluppare un app mobile, come spesso trovano espressione i progetti della startup, l’approccio classico è quello di appoggiarsi a una software house specializzata in software personalizzati e farsi realizzare un prodotto finito al 100%. Questo vuol dire dover attendere molto tempo e dover investire molte risorse prima ancora di avere la certezza che la risposta del mercato sia positiva.


Il metodo Lean Startup, come già accennato, propone lo sviluppo di porzioni del progetto complessivo, da validare attraverso la proposta agli utilizzatori/clienti. Del resto, che senso avrebbe investire tempo e risorse su qualcosa che nessuno vuole utilizzare?

Le fasi del metodo Lean Startup

L'efficacia del metodo Lean Startup si deve alle sue 3 fasi costitutive, che danno vita a un ciclo ricorsivo dove ogni fase, se validata, porta automaticamente a quella successiva, senza soluzione di continuità. Le 3 fasi sono: l’idea, il prodotto, i dati. Espresso in maniera meno sintetica, si tratta di partire da un’idea iniziale, una porzione di essa per la verità, svilupparla in un prodotto vero e proprio, offrirla al target di utilizzatori del proprio progetto e raccogliere i dati ricavabili dal medesimo utilizzo. Se i dati sono positivi, allora si ritorna alla fase dell’idea e si procede con una nuova fase di sviluppo, e così via fino al completo posizionamento sul mercato.


Immaginiamo lo sviluppo di un app mobile dedicata agli eventi. Il primo step potrebbe essere mostrare un elenco di tutti gli eventi suddivisi per Regione. Se l'idea è apprezzata, si potrebbe introdurre una scheda per ciascun evento. Poi integrare un sistema di prenotazione. Quindi introdurre il pagamento tramite app. E così via fino a completare un'idea più completa.


In questo modo, le risorse impiegate sono decisamente meno dispendiose rispetto a quelle necessarie per lo sviluppo di un intero progetto. Inoltre, durante la fase di analisi dei dati, i feedback possono essere positivi, quindi si procede nel movimento circolare, oppure negativi. In questo caso le opzioni sono due: fermare l’intero progetto oppure leggere i feedback e capire come orientare le proprie scelte per soddisfare le richieste del mercato.

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